Buona Sera a tutti
27.11.2014- Al termine di questa fiaccolata, attraverso la quale abbiamo voluto
portare la luce della speranza, della giustizia, dei diritti umani,
per le strade della nostra città, mia sia consentito formulare un
sincero grazie alle organizzatrici (e in particolar modo
all’associazione FIDAPA) e a tutti coloro che hanno preso parte alla
manifestazione.
La luce delle fiaccole, questa sera, ha squarciato il buio della
indifferenza, del pregiudizio, della discriminazione, della violenza.
Spesso, purtroppo, il problema della violenza sulle donne resta
confinato tra le mura di casa e coperto dal timore di denunciare. Per
fortuna, negli ultimi tempi, sempre più donne hanno trovato il
coraggio di denunciare e questo è un segnale positivo che va
sostenuto.
In un’epoca in cui vi sono tanti diritti proclamati occorre ancora
lottare per la loro concreta affermazione, poiché un diritto diviene
veramente tale quando viene incarnato nei comportamenti quotidiani. E’
da ciò che si misura il grado di avanzamento materiale e spirituale di
una società.
Proprio il fatto che nella nostra società (che non è una entità
astratta ma è costituita da tutti coloro i quali vivono nelle nostre
città, nei nostri borghi, nelle nostre case) ancora persista
l’angoscioso problema della violenza contro le donne è un fatto
drammatico che deve scuotere le coscienze di tutti e di ciascuno.
Desidero dire a chiare lettere che se ci sono forme di violenza
eclatanti e che creano sdegno – come lo stupro, l’aggressione, le
mutilazioni dei genitali femminili – ve ne sono altre, più sottili e
nascoste – come le violenze domestiche, quelle psicologiche e quelle
che vengono perpetrate sui luoghi di lavoro – che restano invisibili
e, proprio per questo, rischiano di essere sottovalutate e, perfino
tollerate.
Tutto questo deve finire.
Purtroppo anche in Italia, Nazione per tanti versi evoluta e
all’avanguardia ( anche dal punto di vista legislativo) continuano a
verificarsi fatti di cronaca raccapriccianti che hanno come vittime le
donne.
Pertanto,ognuno di noi deve sentirsi impegnato a perseguire conquiste
garantite e generalizzate per l’affermazione concreta e compiuta della
libertà, della dignità, della reale parità dei diritti delle donne.
In tale contesto è fondamentale l’aspetto educativo da portare avanti
nelle scuole e nell’intera società. Occorre educare le giovani
generazioni al rispetto del principio di uguaglianza di tutti i
cittadini senza distinzione di sesso – principio sancito dall’articolo
3 della nostra Costituzione – e al principio di non discriminazione –
scolpito nell’articolo 21 della Carta dei diritti Fondamentali
dell’Unione Europea.
In un momento in cui l’Italia si è trasformata da Paese di emigrazione
in Paese di immigrazione è fondamentale impedire ogni tentativo di
discriminazione delle donne nel rispetto della diversità culturale,
linguistica e religiosa.
Ogni condotta che mira ad annientare la donna nella sua identità e
libertà - non soltanto fisicamente, ma anche nella sua dimensione
psicologica, sociale e lavorativa, è una violenza di genere. Lo ripeto
perché sia chiaro di cosa stiamo parlando. Le cose vanno chiamate con
il loro nome.
Non si tratta solo degli omicidi e delle lesioni gravi da parte di
partner o ex partner. Ci sono donne che subiscono quotidianamente
maltrattamenti, violenze sessuali e psicologiche, minacce e molestie.
Donne alle quali viene negato l'accesso all'istruzione o al
mondo del lavoro e che, essendo in condizioni di dipendenza economica,
non riescono ad allontanarsi da un contesto relazionale di rischio.
Donne che, trovata la forza di uscire da situazioni di questo tipo,
non incontrano il sostegno sociale e istituzionale necessario per
ricostruire la propria vita.
Non dobbiamo dimenticare che molte delle vittime di omicidio o lesioni
gravi avevano già denunciato episodi di violenza o di maltrattamento.
Altre, invece, non avevano mai chiesto aiuto, per sfiducia nelle
istituzioni, per mancanza di mezzi o per una pericolosa
sottovalutazione delle violenze subite.
La lotta contro ogni sopruso ai danni delle donne è inseparabile dal
rifiuto della intolleranza e della violenza, che, in larga misura,
sono alimentate dall’ignoranza, dalla perdita dei valori morali, da un
allontanamento dai principi su cui si fonda la nostra convivenza
civile.
Occorre nel contempo acquisire la consapevolezza che la violenza contro
le donne è socialmente, prima ancora che penalmente, inaccettabile. Di
questo dobbiamo parlare, su questo vanno sensibilizzati i ragazzi e le
ragazze. Perché maturi una sensibilità diffusa e profonda sul tema
della violenza di genere.
È necessaria una reazione di condanna forte e chiara. Non esiste
tolleranza né giustificazione alcuna per le condotte che ledono i
diritti delle donne, e la consapevolezza condivisa della gravità del
problema, come spesso succede nel campo dei comportamenti sociali, è
il presupposto indispensabile perché davvero, un giorno, cambino le
cose.
Questa sera, da questa piazza, da questa nostra Cefalù, da tutti noi
deve levarsi alto e forte un forte grido: mai più soprusi, mai più
discriminazioni, mai più violenza contro le donne!
Vi ringrazio.
Cefalù – 25.11.2014
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