22.02.2012- Di nuovo nelle sale cinematografiche, con la sua nuova opera “Maricchia”, il regista Franco Turdo. L'artista cefaludese, insignito nel 1999 del premio europeo Massimo Troisi e premiato ai festival del cinema di Salerno e Lisbona con il suo film drammatico “Diverso”, è tornato a girare un lungometraggio che ha tra i protagonisti principali una “scecca”. Il film, girato in due mesi sul territorio madonita, non ha avuto costi di produzione, grazie alla collaborazione di artisti e maestranze che hanno aderito ad un'iniziativa lanciata lo scorso anno dal cineasta siciliano.
Maricchia è una commedia dai risvolti tragicomici interpretata integralmente in dialetto siciliano che ha, quali protagonisti principali, un contadino, l'attore non professionista Peppe Saja, già protagonista dell'opera “Diverso” e la sua asina “Maricchia”.
la trama del film:
L'anziano contadino, vissuto tra i due conflitti bellici dello scorso secolo, si ritrova proiettato nei giorni nostri in cerca della sua asina. Il protagonista della commedia, dai risvolti tragicomici, si trova costretto a fronteggiare le avversità del mondo moderno che, allo stesso tempo, lo sconvolgono e lo entusiasmano. Tra serio e faceto la storia lascia trasparire la nostalgia per la semplicità del passato, in netto contrasto con l'opulenza, l'edonismo e la superficialità dell'epoca attuale.
le parole del Regista:
“Abbiamo provato a fare del cinema in maniera differente -racconta Franco Turdo- in un periodo in cui la scarsità di fondi non consente alle produzioni indipendenti di realizzare opere da immettere sul mercato. Siamo riusciti a confezionare un film a costo zero grazie all'impegno di un gruppo di attori non professionisti e di tecnici che hanno accettato la nostra sfida, che, in un certo modo, può definirsi provocatoria, nei confronti del silenzio che le istituzioni spesso manifestano nei confronti dell'arte. La scelta della lingua siciliana vuole ricondurci verso il percorso di salvaguardia che dobbiamo manifestare nei confronti del nostro territorio, dei suoi usi e dei suoi costumi. L'universo giovanile, al quale l'opera si rivolge, è spesso refrattario verso quelle che sono le tradizioni. Spero che questo lungometraggio possa essere occasione di incontro e dibattito presso le scuole – conclude il regista – luoghi dove si dovrebbero riscoprire i legami col territorio e azzerare i contrasti esistenti tra le diverse generazioni. Infine fatemi ringraziare tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione del film, con in testa “Maricchia”.
Trailer del film "Maricchia"
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